Cara sposa,
anche io, come te, mi sono ritrovata a cercare il vestito per il mio matrimonio. Sai, prima di essere Merinda di Merinda Spose ero una giovane donna in cerca dell’abito giusto.
È così che inizia la mia storia e la scoperta di questa mia attitudine per il mondo delle spose: tra ricerche, stoffe e persone che mi hanno accompagnata in questo percorso…
Era il 1988, avevo 19 anni, e mio marito mi chiese di sposarlo subito dopo la fine della scuola per Marescialli e il trasferimento a Rieti.
Fu davvero tutto molto veloce, era fine giugno e in pochi mesi avremmo dovuto organizzare le nozze e finire di costruire la casa dei miei genitori, dalla quale sarei uscita sposa.
La data del matrimonio era prevista per ottobre e io a settembre iniziai la ricerca del mio abito. Contrariamente a quello che fanno le spose normalmente, io non andai per atelier, ma cercavo ispirazione nelle riviste per capire quelle che erano le tendenze del momento.
Purtroppo i giorni passavano e io non riuscivo a trovare nulla che mi appartenesse, che rispondesse ai miei gusti. In quel periodo andavano di moda abiti troppo pomposi, con manicotti e le classiche maniche a sbuffo, intarsiati, e io non ero amante del genere.
Il tempo stringeva e io ancora non avevo l’abito, finché un giorno dal parrucchiere, sempre sfogliando una rivista, ho visto un dettaglio che mi ha colpita. Un ventaglio che cadeva di lato ad un abito da cerimonia.
Ancora ricordo bene la scena: chiesi alla parrucchiera un foglio che prese dal quaderno del figlio mentre faceva i compiti lì accanto, presi carta e matita e iniziai a disegnare. Non ci crederai mai, ma dopo poco avevo finalmente trovato il mio abito! Un tubino con questo dettaglio del ventaglio sul fianco che tanto mi aveva affascinato.
Ora non restava altro da fare che trovare qualcuno che lo realizzasse.
Nella mia ricerca di qualcuno che potesse realizzare il mio abito, mi ricordai di una signora, Liliana, molto conosciuta nel viterbese, che cuciva abiti da sposa. Pensa che confezionò il suo primo abito da sposa a 14 anni!
Così, decisi di portarle il mio disegno e spiegarle cosa volevo. Ne fu immediatamente entusiasta, anche perché si trattava di un abito decisamente fuori dagli schemi per quel periodo, una linea molto più semplice e particolare.
Mi disse subito che purtroppo aveva poco tempo per realizzarlo, anche perché io volevo dei dettagli che andavano cuciti interamente a mano. Come un rombo ricamato da Swarovski, cristalli e perle al centro dell’abito da dove partiva tutto il drappeggio e il famoso ventaglio che aveva anch’esso delle raggiere ricamate.
Così ho contribuito anche io, ho preso dei fili di rame da mio padre che lavorava all’Enel, tutti i dettagli di Swarovski e perline in una merceria e ho iniziato a ricamare il ventaglio. Ci tenevo in modo particolare a realizzare qualcosa che nasceva da me.
Feci tre prove e finalmente dopo poco il mio bell’abito da sposa era pronto!
Immagino che adesso ti starai chiedendo: “Ok Merinda, ma come ti sei sentita quel giorno?”
Devo dire che, adesso che vivo le esperienze delle spose che vengono da me, per me è stata tutta un’altra cosa.
Beh, le donne oggi sono molto più fortunate. Per esempio, tu adesso hai sicuramente più possibilità di trovare informazioni e soprattutto di dedicare del tempo a te stessa. Io purtroppo non ho avuto la possibilità di prendermi del tempo per metabolizzare al meglio questo giorno.
Realizzai le mie bomboniere tutte a mano, aiutata dalla mia titolare Maela, proprietaria di un laboratorio dove confezionavamo giacche. Una donna fondamentale, una maestra di vita e la mia prima esperienza lavorativa.
Inoltre, come ti ho già anticipato, dovevamo finire di costruire quella che sarebbe stata la casa che mi avrebbe vista uscire sposa.Infatti, mancavano ancora alcune cose, come le scale d’ingresso. Perciò mi rimboccai le maniche e iniziai ad aiutare mio padre per concludere in tempo alla data del matrimonio, per uscire di casa e recarci alla chiesina in mezzo al bosco dove praticamente ero cresciuta, la Madonna della Folgore.
Ovviamente non sto dicendo che non ricordo con immensa gioia quel momento, anzi! Vedere mio padre commosso, mentre indossavo il mio abito realizzato su misura partendo da un mio disegno, non mi lasciò di certo indifferente. Ho ancora bene in mente la visione di me che guarda mio padre sulla porta mentre piange prima di accompagnarmi all’altare.
“Ma cosa c’entra questo con l’atelier?”
Sì, è vero, Merinda Spose non nasce subito. Ci sono voluti un po’ di anni prima di prendere la fatidica decisione di aprire un mio atelier e rendere felici molte bride to be. Prima di oggi, io lavoravo in ambiente medico, però le cose cambiano e ti portano a scegliere altre strade.
Poco più su ti ho accennato di Maela, la mia maestra di vita. Lo è davvero, da quando aprì il suo laboratorio, prendendo me e altre cinque ragazze sotto la sua ala come una famiglia. Spesso le grandi aziende non hanno questo tipo di rapporti, ma con lei era come stare in una seconda casa, amavo quel laboratorio.
Mi sono ispirata a lei, infatti, per creare quella che oggi è la mia famiglia, anche se non fu per niente facile. A volte la vita non va come vorremmo, accade, e noi possiamo solo proseguire nel nostro percorso. Dopo troppi pochi anni, nel 2000, mio marito morì in un incidente di moto, lasciando me e nostro figlio Federico, di appena 8 anni, soli a dover ricominciare tutto da capo.
Non è stato facile, ma quando hai un figlio tiri fuori le unghie per andare avanti anche per lui – o lei. Ma questa è un’altra storia di cui ti parlerò più avanti.
Quello che ti sto raccontando oggi è il risultato di quello che il mio lavoro mi ha insegnato, portandomi sempre ad ascoltare le future spose, le loro paure e dubbi. Penso che raccontare la mia storia possa essere d’ispirazione a molte, ma soprattutto permette di farmi finalmente conoscere agli occhi delle donne che hanno deciso o che decideranno di affidarsi a me per il loro giorno speciale.
Merinda